Incentivi Industria 4.0, le novità 2023 per il credito d’imposta sui robot del Piano Nazionale Transizione

La Legge di Bilancio 2023 è stata costruita e licenziata in tempi molto stretti; per questo diverse misure che avrebbero potuto essere fatte oggetto di ripensamenti in realtà sono state semplicemente mantenute in essere o prorogate.

È il caso degli incentivi per Industria 4.0 (anche se ormai da qualche anno il nome corretto è Piano Nazionale Transizione 4.0), rispetto ai quali è stato confermato quanto già anticipato e previsto dalla Finanziaria 2022.

Due le indicazioni principali, più una extra:

1. Il credito d’imposta per gli investimenti nei cosiddetti “Beni 4.0” viene dimezzato rispetto al 2022, diventando:

  • 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 10% per investimenti da 2,5 a 10 mld di euro
  • 5% per investimenti da 10 a 20 mln di euro

(fino al 31 dicembre era rispettivamente del 40, del 20 e del 10%, come avevamo visto in un approfondimento dedicato)

Al netto della consistenza, che abbiamo appena visto, le altre regole di questi incentivi restano le stesse già declinate:

  • La spesa deve essere sostenuta entro il 31 dicembre dell’anno in corso, almeno nella misura di un acconto del 20% + IVA
  • Il credito d’imposta può essere usato in compensazione a partire dal momento dell’avvenuta connessione del robot (mentre fino al 2020 si cominciava l’anno successivo)
  • L’importo agevolato viene suddiviso in 3 rate (non più 5, come era fino al 2020)

Anche i beni incentivabili sono gli stessi già visti in passato:

  • beni strumentali nuovi necessari per la transizione al digitale contenuti negli allegati A e B della legge, le cosiddette “tecnologie abilitanti”: i robot collaborativi (o cobot) rientrano tra questi beni strumentali
  • dispositivi interconnessi e monitorabili da remoto per l’interazione uomo-macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro

2. La misura diventa “strutturale” in base all’articolo 1057-bis della Legge di Bilancio 2023, quindi dovrebbe essere rinnovata per tutto il triennio in corso (2023-2025).

Il condizionale è una forma di cautela doverosa perché, al di là dell’impostazione generale, niente vieta al Governo di tornare sui propri passi in corso d’opera, sia per incrementare gli importi come anche per diminuirli nel 2024-2025 qualora non ce ne fossero le condizioni.

Non ci sono novità, quindi, negli incentivi di Industria 4.0 per il 2023, mentre c’è (e qui veniamo all’ “extra” già anticipato) una buona notizia per chi ha fatto l’investimento nel 2022, ha pagato l’acconto nella misura di (almeno) il 20% + IVA entro il 31 dicembre 2022 e va incontro a tempi di consegna più lunghi dell’immaginabile a causa del contesto in cui ci troviamo a vivere e operare:

il termine ultimo per completare l’interconnessione è stato posticipato dal 30 giugno al 31 dicembre 2023 con il Decreto Milleproroghe 30 settembre 2023 con il Decreto Milleproroghe, anche se le prime ipotesi spingevano questo limite fino a un ancora più “comodo” 31 dicembre.

Grazie agli incentivi statali per Industria 4.0 – che possono trovare ulteriore rinforzo in misure come la Nuova Sabatini o fondi regionali come il Pacchetto Linea attrazione investimenti di Regione Lombardia – il 2023 si conferma, quindi, ancora un buon momento per investire nelle “tecnologie abilitanti”, con un impegno sempre più accessibile a imprese di ogni dimensione, un ROI che nel caso dei robot collaborativi è inferiore ai 12 mesi in media e soluzioni ormai mature per un’integrazione agile e un uso semplice nel quotidiano.

Come Alumotion collaboriamo da anni con i principali operatori della finanza agevolata in Italia e siamo in grado di supportare i clienti lungo tutto il percorso necessario per arrivare a cogliere l’opportunità degli incentivi di Industria 4.0 in tempi certi e senza difficoltà.

Scritto da Pubblicato il: 17 Gennaio 2023