Automazione: un processo in collaborazione con i lavoratori

Alla Smart Manufacturing Asia 2017 di Singapore, durante un panel di discussione, i titolari di imprese e aziende si sono domandati come utilizzare l’automazione per migliorare la forza lavoro. La tendenza ad automatizzare i processi di produzione si scontra infatti con le resistenze da parte dei dipendenti, che temono di perdere il proprio lavoro a causa dell’utilizzo di nuove tecnologie.

In merito a quanto detto durante questo panel dedicato, è stato redatto un interessante articolo da parte del Singapore Economic Development Board, un’agenzia governativa del paese, e che potete leggere integralmente qui.

Vediamo quali sono stati i punti chiave trattati.

I vantaggi dell’automazione

Nonostante le remore che possono essere fatte in merito ai costi o alle sfide legate all’utilizzo di tecnologie per l’automazione industriale, le aziende non possono ignorare i concreti vantaggi che esse offrono.

Secondo la società di consulenza McKinsey & Company, sulla base della propria esperienza con 20 industrie in Asia, l’approccio alla produzione snella, sommato all’introduzione dell’Industria 4.0, può aiutare le aziende ad ottenere dei miglioramenti dal punto di vista del costo di lavoro, dei volumi di produzione e della qualità. Le imprese possono ottenere una crescita del 10-15% nell’Overall Equipment Effectiveness (OEE), cioè nell’ efficacia totale di un impianto.

Per coloro che applicano il modello di Industria 4.0 e installano robot collaborativi o veicoli a guida autonoma è previsto un tasso di crescita della produttività del 300%.

Automazione: i timori dei dipendenti

I lavoratori presso queste aziende sono però preoccupati che questo passaggio all’automazione possa comportare come prima conseguenza degli esuberi.

Micheal Leong, CEO della SESTO Robotics di Singapore, ha osservato come i dipendenti spesso osteggino questo cambiamento. “Anche se comprendono come l’adozione dei robot possa condurli verso compiti maggiormente stimolanti e non ripetitivi – afferma Leong – essi resistono il cambiamento e non vogliono imparare. Occorre tempo perché avvenga il cambio di mentalità necessario affinché i lavoratori trattino le macchine come dei colleghi”.

Markus Bodlus, Vicepresidente del settore Automazione & Robotica presso la Anton Paar, ha aggiunto che uno studio condotto con un’Università austriaca ha rivelato come persino fattori quali velocità e colore possono influenzare l’accettazione dei cobot da parte dei dipendenti. Ad esempio, le persone si sentono minacciate dai robot che sono più veloci di loro nel compiere determinate azioni, come risolvere dei puzzle.

Spazzar via i timori per l’automazione

Mentre secondo molti l’automazione finirà con il rimpiazzare il lavoro dell’uomo, in realtà è più facile che il personale possa trarne dei benefici in termini di aumento della produzione, creazione di nuovi posti di lavoro e aumento degli stipendi.

Le aziende dovrebbero pensare a come la produttività e le competenze dei propri dipendenti possano essere migliorate anziché impoverite da un maggiore utilizzo delle macchine.

È poi fondamentale garantire un passaggio graduale, attraverso una corretta e ampia comunicazione del cambiamento che si è deciso di intraprendere. Spiegare l’intero percorso che si intende seguire aiuterà le persone a capire come il loro lavoro sarà differente, a ridurre l’ansia, costruire fiducia e accettare il cambiamento.

L’automazione dei processi non comporta solamente l’apprendimento di nuove competenze per utilizzare le nuove tecnologie, come i robot collaborativi, ma anche la riqualifica stessa nel gestire compiti maggiormente complessi mentre le macchine svolgono quelli più semplici e monotoni.

In questa nuova era dell’automazione e dell’Industria 4.0 le competenze richieste sono molto più ampie e variegate che in passato: si passa da capacità analitiche e decisionali a quelle più specifiche nel campo della robotica e del data analytics.

Un esempio di azienda che ha tratto diversi vantaggi dall’automazione è Panasonic, il cui utilizzo di cobot negli ultimi tre anni ha portato ad un aumento della produttività e delle competenze del personale nella sede di Singapore. Come risultato, il salario dei dipendenti è aumentato in media del 35%.

È chiaro che l’automazione non rimpiazzerà l’uomo ma collaborerà con lui nello svolgimento del lavoro. Approcciare le tecnologie in un’ottica di implementazione graduale, garantita da un aumento delle competenze del personale e adottando una comunicazione chiara e immediata, le aziende potranno trarre vantaggio dalla partnership tra robot e persone con un beneficio per tutte le parti coinvolte.