Il mercato dei cobot e Industria 4.0: tempo di bilanci

Inizio anno, tempo di bilanci. Con l’articolo di oggi vi vogliamo fornire una panoramica sull’andamento del mercato dei cobot e su cosa aspettarci per il futuro, in Italia e nel mondo.

La robotica: un settore in continua crescita

Secondo il World Robotics Report 2017 dell’International Federation of Robotics (IFR), entro il 2020 verranno venduti 1,7 milioni di nuovi robot industriali, con una crescita media del +15% ogni anno e per un totale di 3 milioni di robot operativi al 2020. Un numero esorbitante se si pensa che dieci anni fa erano poco più di 1 milione.

vendite robot industriali mondo al 2020 alumotion

A trainare la crescita sarà il settore automotive, seguito da quello dell’elettronica e dei metalli.
L’area asiatica (incluse Australia e nuova Zelanda) rimane di gran lunga il mercato principale, con 190.000 unità vendute nel 2016 e oltre 350.000 previste per il solo 2020.
Cinque mercati detengono il 74% della produzione: Cina, Corea, Giappone, USA e Germania. L’Italia, secondo mercato in Europa, si assesta al settimo posto con 7.600 robot venduti nel 2016. Buone prospettive per il nostro paese, no?

 

Mercato dei cobot: cosa dobbiamo aspettarci?

Dai dati sopra citati spicca il predominio del mercato asiatico, al quale l’Europa risponderà nei prossimi mesi con il lancio di una «strategia per la robotica e l’intelligenza artificiale». Secondo i dati della Commissione Europea, ci sono circa 243 aziende nel vecchio continente che si occupano di robotica su 700 a livello mondiale (il 34%), e si contano mediamente 1,9 robot ogni mille lavoratori. I dati sono buoni, ma ci sono ampie prospettive di miglioramento se vogliamo mantenere alta la competitività soprattutto rispetto ai vicini asiatici.

Quello che emerge leggendo blog e articoli o partecipando alle fiere di settore, è che siamo in un periodo di trasformazione, in cui le imprese si stanno ancora informando sul 4.0, sulle nuove tecnologie e sugli strumenti necessari al cambiamento dei modelli di produzione. E questo vale anche, e soprattutto, per l’Italia.
Il mercato chiede volumi minori ma con maggiore personalizzazione rispetto al passato, passiamo da una produzione di massa ad una personalizzazione di massa. Parliamo di robot collaborativi, intelligenza artificiale, cloud. Vediamo da un lato carenza di manodopera qualificata, di competenze e la necessità di garantire una maggior sicurezza sul posto di lavoro, dall’altro la volontà di ottimizzare la produzione e ridurre gli scarti.

Tre sono i pilastri del cambiamento: semplificazione, digitalizzazione e collaborazione. Il fatto che nel report dell’IFR si parli spesso di collaborazione uomo-robot non ci sorprende: i cobot sono robot semplici, leggeri, facili da programmare e installare e in grado di lavorare a fianco dell’uomo. Permettono di monitorare i dati in tempo reale, di misurare le performance ed agire tempestivamente in caso di necessità. Soprattutto, hanno reso la robotica accessibile e adatta ad ogni tipologia di impresa, indipendentemente dalle dimensioni e dal fatturato. Ed è per questo che noi di Alumotion abbiamo deciso di proporre ai nostri clienti, tra gli altri, i prodotti Universal Robots, Robotiq e Kinova.

I numeri ci danno ragione: secondo le previsioni di BIS Research, il mercato dei cobot al 2021 varrà 2 miliardi di dollari, con vendite che arriveranno alle 125.000 unità nel solo 2021. Come si vede dal grafico, la crescita sarà inarrestabile.

mercato dei cobot globale

mercato dei cobot globale

 

Secondo Esben Østergaard, CTO & co-fondatore di Universal Robots, azienda leader nel settore,

“i cobot rappresenteranno il settore a maggior crescita nel comparto della robotica, grazie alla maggiore domanda di prodotti caratterizzati da un «tocco umano» e che richiedano allo stesso tempo alta qualità”.

Ed è proprio in riferimento al«tocco umano» che si sente già parlare di Industria 5.0. E anche in questo caso, i robot collaborativi sono la soluzione ideale per realizzare la personalizzazione dei prodotti richiesta dal mercato di oggi. I cobot si affiancano all’ingegno e all’abilità umana garantendo velocità, accuratezza e precisione. Insomma, uomo e robot rappresentano un binomio perfetto.

 

E in Italia?

Ovviamente anche l’Italia si sta impegnando verso l’adozione delle tecnologie di Industria 4.0. Per il nostro comparto manifatturiero questa innovazione è infatti cruciale per mantenere la competitività sul mercato.
Secondo Massimo Carboniero, Presidente di UCIMU, “i dati degli ordini del 2017 dimostrano la validità delle misure del piano Industria 4.0. Super e iperammortamento, nuova Legge Sabatini e detrazione fiscale per spese in Ricerca e Sviluppo hanno spinto gli investimenti in Italia”.

Il piano Calenda ha varato infatti una serie di misure organiche e complementari per favorire gli investimenti in innovazione e competitività. Liperammortamento del 250% in caso di acquisto di tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0, come i robot collaborativi, ha permesso ad esempio alle aziende italiane di mettere a bilancio l’acquisto di robot per circa 17 miliardi di euro.

Continua inoltre a crescere l’indice UCIMU degli ordini di macchine utensili che, nel quarto trimestre 2017 ha registrato un incremento del 21,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In valore assoluto l’indice si è attestato a 162 (base 100 nel 2010).

A livello di sviluppo e ricerca, il 16,5% dei finanziamenti a progetti di robotica del programma FP7 è stato assegnato ad istituzioni italiane, e proprio a inizio gennaio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Mise-Mef di istituzione dei Competence center, i poli di ricerca per favorire l’adeguamento tecnologico in particolare delle PMI.

Inoltre, la legge di Bilancio 2018 (legge n. 205/2017), ha istituito il bonus per la formazione su tecnologie 4.0. Le aziende che vogliono investire nella formazione dei dipendenti in chiave 4.0, posso usufruire di questo credito d’imposta, al quale saranno destinati 250 milioni di euro per il 2019.

Continua Carboniero: “La formazione dei giovani in chiave industria 4.0, anche attraverso percorsi scolastici alternativi all’università, come per esempio attraverso gli istituti tecnici superiori (ITS), così come la formazione continua di chi è già impiegato in azienda sono oggi elementi imprescindibili per assicurare futuro alle imprese, che hanno bisogno di personale capace di programmare e gestire le macchine 4.0 e i processi digitalizzati, anche nell’ottica dell’aumento dell’occupazione giovanile.”

Colmare il gap culturale e superare l’iniziale diffidenza verso la robotica attraverso la formazione alle imprese è quindi fondamerntale. Anche qui in Alumotion ne siamo consapevoli, ed è per questo che ormai da tempo abbiamo creato il nostro Competence center in cui organizziamo seminari, corsi teorico pratici e dimostrazioni live sul funzionamento dei cobot.
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Scritto da Pubblicato il: 25 Gennaio 2018